La Villa La Pistona
La Villa La Pistona e le sue pertinenze rurali, site a beve distanza dalla città di Piacenza, deriva il proprio nome dalla famiglia Pistoni che nella prima metà dell’Ottocento possedeva i terreni. Dai Pistoni, la tenuta pervenne per via matrimoniali ai della Cella, quindi agli Antonini Zambelli.
Il complesso residenziale di villa La Pistona è costituito dalla residenza padronale che si sviluppa su un impianto a blocco e dai fabbricati di servizio che si articolano a L sulla area cortilizia retrostante.
La Corte
Il sistema dei fabbricati rurali della residenza sono corpi di servizio che si dispongono a L in mattoni di laterizio intonacati e recano una decorazione a finte travi incrociate tipiche dello stile della “maison a colombages” e nel secondo piano in corrispondenza delle sottostanti porte di ingresso, si trovano finestre ad arco ogivale.
Si tratta di un complesso rurale in stile neogotico costruito in ossequio ad un gusto nella architettura che ha conosciuto una particolare fortuna del corso dell’800. A Piacenza e nel territorio la cultura ed il gusto neogotici si erano diffusi a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, investendo anche la decorazione, gli arredi ed i giardini.
Le pertinenze rurali di villa La Pistona, unitamente ad altre architetture neogotiche presenti nella campagna piacentina consentono di tracciare una mappa geografica e mentale di un medievalismo locale di ascendenza romantica, che aveva costituito il sistema neo-medievale del risorgimento italiano.
Il giardino
Il giardino ospita esemplari di alberi secolari e piante di tipologia variegata. Tra gli esemplari presenti si segnalano in particolare: Quercia, Tiglio, Lagestroemia, Oleandro, Ginkgo Biloba, Sophora Japonica, Tasso, Abete, Cedro, Magnolia, Bagolaro e Thuja orientale. Il giardino è stato aperto al pubblico in occasione degli eventi “Giardini aperti” del FAI
Guglielmo della Cella
La residenza fu costruita nella seconda metà del XIX secolo su disegno di Guglielmo della Cella (1817-1896), architetto ed ingegnere, il cui nome risulta anche dai documenti relativi al cantiere di restauro del Duomo di Piacenza.
Lavinia della Cella
Lavinia (1884 – 1960), nipote di Gustavo, visse fino alla sua morte nel 1960 nella residenza che poi passò per via testamentaria all’attuale proprietario. Donna eccentrica, amante dell’Oriente e degli animali, portò la residenza al suo massimo splendore nei primi decenni del ‘900. Fece costruire nuove parti, adornò gli interni con tessuti provenienti dai viaggi in Asia e fece realizzare un cimitero per i suoi animali di fronte alla Villa; si narra girasse per Piacenza sempre accompagnata dalla sua gallina. Visse l’occupazione dei tedeschi nel 1943 che si stabilirono nella residenza fino alla fine della guerra.
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